Se l’orso diventa un nemico pubblico
Aggiornamento: 20 apr
La morte di Andrea Papi solleva numerosi interrogativi: È giusto abbattere l'orsa responsabile? Qual è il ruolo dell'uomo? Perché accadono queste tragedie?

La cattiva gestione della natura da parte dell’uomo, la sua ignoranza circa il comportamento animale e il suo rapporto con l’uomo stesso, conduce a situazioni spiacevoli per entrambi.
La presenza di cinghiali che vagano per la città di Roma, “caput mundi”, bellissima ma mal tenuta, crea un disagio e un pericolo per la popolazione, ma anche per i cinghiali stessi, che si ritrovano in un luogo che, per loro, non è la casa naturale.
“Perché accade ciò?”.
La presenza di rifiuti sparsi ovunque per la città, dovuta al menefreghismo di chi dovrebbe tenerla pulita e in ordine, attira l’attenzione di animali, come i cinghiali, che, agendo d'istinto, cercano il cibo presente nella spazzatura lasciata ben in vista lungo i marciapiedi della capitale.
Ora, vi starete chiedendo: “Cosa c’entrano i cinghiali con gli orsi?”.
Ho deciso di riportare questo esempio, che ci aiuta a ragionare sul motore che genera tragedie come la morte dell’orso Juan Carrito, animale simbolo dell’Abruzzo, l’aggressione di un uomo da parte dell’orso Mj5 e il dramma di Andrea Papi e dell’orsa Jj4.
È già stato stabilito, per decisione del Presidente della Provincia Autonoma di Trento, con l’approvazione dell’Ispra, l’abbattimento dei due orsi (sospeso poi, temporaneamente, dal Tar). Ora vi invito a ragionare, sempre partendo da semplici domande: come mai l’orso Juan Carrito è stato ucciso, investito da un’auto? Perché si trovava in strada? È quello il suo posto?
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L’orso è stato umanizzato, strappato dal suo habitat naturale, dalle sue abitudini. Ciò ha generato un pericolo, sia per chi era alla guida, sia per l’animale stesso, che ha perso la vita nell’incidente.
Potreste chiedervi, a questo punto: “Cosa c’entra questa storia con l’uccisione di un uomo? Juan Carrito era un animale, non una persona”.
Si tratta di un essere vivente, come noi uomini, parte dello stesso pianeta. Pensiamo di poter governare la natura, abbiamo sempre avuto questa presunzione di esserne padroni, questo egocentrismo che sfocia in arroganza, potere, voglia di sopraffazione e controllo. Un controllo che, tuttavia, non sappiamo gestire, sbagliato da principio e che non risolve, ma peggiora.
La natura fa il suo corso e ognuno ha il suo posto nel mondo.
Prima di prendere decisioni avventate, dobbiamo pensare, chiederci il perché, capire il problema e agire per risolverlo.
“Ok, bene, abbattendo gli orsi che hanno aggredito l’uomo si risolve tutto, no?”
NO. Al contrario, si aumenta il rischio di aggressione!
Gli animali sono come noi, sono esseri viventi: l’orsa Jj4 è mamma di cuccioli, che hanno bisogno di lei e che forse sono stati il motivo dell’aggressione, avendo visto l’uomo come un pericolo. Ma voglio andare oltre: questi cuccioli come cresceranno senza mamma orsa che insegna loro a stare al mondo? Proprio come un bambino senza la guida di un genitore: non avendo più un punto di riferimento, assumeranno comportamenti errati, esponendoci ad un altro possibile evento drammatico come questo.
È stata espressa, poi, la volontà di ridurre il numero di esemplari a meno della metà, il che genererebbe un disequilibrio naturale non indifferente.
La violenza non porta mai a nulla, non risolve i problemi. La violenza è ignoranza. Impariamo ad ascoltare, a consultare la voce di esperti zoologi, ecologi ed etologi. Seguiamo i consigli di chi possiede conoscenze approfondite sul comportamento animale e sul loro rapporto con l’uomo.
Non agiamo di istinto, noi che possiamo!
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