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Protesta giusta o sbagliata?

L'attivismo di Ultima Generazione divide l'Italia, cavalcando il sottile confine che lo separa dal vandalismo vero e proprio.


Durante la giornata dello scorso 9 marzo, in diverse città italiane si sono svolte delle manifestazioni pro-ambiente ad opera degli attivisti di Ultima Generazione. Monumenti del patrimonio culturale italiano erano stati imbrattati come segno di protesta, a Roma, Firenze e Milano, eppure qualcosa, questa volta, è andato per il verso storto.


Ultima Generazione è un gruppo di attivisti, composto da persone di ogni età. Si tratta di eco-ribelli che operano una “Disobbedienza civile nonviolenta contro il collasso eco-climatico”. La loro ultima mossa era stata quella di gettare vernice idrosolubile su monumenti importanti, senza l’obiettivo di distruggere e/o danneggiare.


Tuttavia, mentre nelle strade di Roma e Firenze il colore è venuto via grazie alle piogge degli ultimi giorni, a Milano la situazione sembra essere diversa: ad un mese dalla manifestazione, il monumento dedicato a Vittorio Emanuele II in Piazza Duomo, risulta ancora imbrattato con vernice gialla.

 

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Dalle molteplici interviste fatte al portavoce di Ultima Generazione, Simone Ficicchia, di appena 20 anni, emerge come anche gli attivisti stessi non capiscano cosa sia andato storto e perché una semplice protesta sia diventata un atto di vandalismo vero e proprio. Il comune di Milano ha già richiesto l’intervento di restauratori, ma il costo sembra ammontare a 200 mila euro.


La statua, costruita 130 anni fa, è troppo delicata per la pulizia tradizionale e i primi tentativi hanno portato solo a far penetrare di più la sostanza nel marmo. I tecnici dell’AMSA, azienda milanese per servizi ambientali, si sono precipitati nemmeno un’ora dopo l’accaduto, eppure la situazione sembrava già compromessa dalla natura stessa del monumento.


In realtà, Ultima Generazione aveva già attirato l’attenzione della Questura di Pavia: era stato chiesto ai giudici del Tribunale di Milano di applicare la sorveglianza speciale al loro leader per un anno a causa di una serie di blitz compiuti negli ultimi mesi. Sotto la loro insegna era stata portata avanti la protesta del 7 dicembre 2022, quando era stata lanciata la stessa vernice solubile sull’ingresso del Teatro alla Scala, senza causare danni. Sempre loro era stata la protesta del luglio dello scorso anno, quando alcuni attivisti si erano incollati al vetro che protegge la Primavera di Botticelli.


In alcune circostanze, tuttavia, non si tratta di giusto o sbagliato e quest’azione lo dimostra: per alcuni si tratterebbe di giustizia per altri di distruzione. Azioni del genere sono da evitare perché hanno solo la capacità di sortire l’effetto contrario a quello sperato: serve coesione civica, politica e anche un po’ di comprensione reciproca per operare efficacemente contro l’emergenza.


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