Le convinzioni altrui possono alterare la nostra percezione della realtà?
Solomon Arch ci spiega il ruolo che hanno le opinioni altrui nelle nostre percezioni.

Solomon Asch, psicologo polacco, nel 1951 ha tentato di dare una risposta a questa domanda attraverso il famoso esperimento che porta il suo cognome.
Difatti, l’essere membro di un gruppo che ha una percezione differente dal singolo, porta quest’ultimo ad “adeguarsi” al pensiero altrui, al punto da creare distorsioni.
L’esperimento prevedeva la presenza di 8 soggetti di cui 7 complici e uno sperimentale. Lo sperimentatore presentava due semplici schede: la prima con tre linee di diversa lunghezza, la seconda con una sola linea identica ad una delle tre della scheda precedente. I soggetti dovevano trovare le linee uguali nelle due schede, i complici rispondevano in maniera errata e concorde, il soggetto sperimentale (che rispondeva per ultimo o penultimo) si conformava (nella maggior parte dei casi) pur essendo in palese disaccordo.
I risultati riportano che il 25% dei partecipanti non si conformò, contro il 76% dei soggetti che lo fece almeno una volta, mentre il 5% si conformò ad ogni ripetizione.
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Cosa ci dimostra tutto questo? Che riscontro ha nella società attuale?
Sembra davvero spaventoso il conformismo nei confronti di un gruppo in totale disaccordo con noi, così forte da far dubitare tante persone delle proprie percezioni visive.
Quante volte abbiamo cambiato una risposta ad un compito perché tutti avevano dato quella? Quante volte dubitiamo di noi stessi perché qualcuno non è d’accordo con noi?
C’è pur sempre quel 25% che decide di non omologarsi, quella minoranza che non ha paura di sentirsi esclusa, messa da parte, che non dubita di ciò che vede, o magari lo fa ma continua a decidere con un cervello pensante.
Subiamo un continuo condizionamento sociale, per non sentirci strani o esclusi siamo davvero disposti a mettere da parte il nostro pensiero?
Al di là di tutte le percentuali e della ricerca, questo esperimento deve farci riflettere e farci usare il cervello per esprimere le nostre convinzioni. Ciò non significa che siano necessariamente giuste, ma non dobbiamo pensare che lo siano quelle degli altri.
Dunque, pensare con la propria testa potrebbe evitare altre stragi dovute ad uomini comuni e conformi che incarnano la “banalità del male”?