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I veri legislatori negli USA sono i media

Qual è la differenza sostanziale fra l'operato di un giudice Statunitense ed uno italiano? Perché i media sono così influenti?


Nell’esperienza storica, è un dato di comune osservazione come, rispetto all’esperienza italiana, la Corte Suprema degli Stati Uniti d’America abbia scandito momenti cruciali nell’evoluzione dell’assetto sociale, senza limitarsi unicamente al ruolo di bilanciamento del diritto.


L’interesse mediatico nei confronti delle sentenze emanate dalla Corte Suprema, massimo organo del potere giudiziario degli USA, ha rilevanza e risonanza mondiale, cosa che assolutamente non accade per l’equivalente Corte italiana, ma questo perché?


Bisognerebbe partire da un’analisi approfondita e comparata del sistema giuridico dei due Paesi, che in questa sede verrà riassunta a grandi linee.


L’esperienza giuridica mondiale è caratterizzata dalla compresenza di due assetti giuridici predominanti:

- Il sistema di civil law, basato sul’ utilizzo dei codici e di testi scritti, come accade in Italia e nella maggior parte dell’esperienza giuridica europea;

- Il sistema di common law, prevalentemente di matrice anglo-americana, che si basa sul caso precedente e non utilizza codici o testi scritti (o meglio, l’utilizzo è alquanto limitato rispetto all’esperienza del civil law).


Partendo da questa differenza, si può arrivare a dare una risposta logica alla domanda precedente: perché l’assetto mediatico e politico ha valore predominante nelle decisioni della Corte Suprema statunitense, cosa che non accade, o meglio ha valore nettamente inferiore, in Italia?


Il giudice, negli Stati Uniti, ha un ruolo fondamentale nelle decisioni e nell’andamento socioeconomico-politico dello Stato. Sulla carta, il potere legislativo negli Stati Uniti spetta al Congresso, organo composto dal Senato e dall’House of Representatives, ma nella realtà dei fatti è il giudice ad avere questo potere.

 

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Il common law si basa sul precedente, ovvero su come è stato risolto un caso giuridico antecedente.


Si faccia un esempio: viene presentato dinanzi ad un giudice un caso di divorzio tra due soggetti.

Vengono riportati tutti gli elementi caratterizzanti quest’ultimo, ad esempio il tradimento di una delle due parti, il patrimonio delle due parti e così via.

Il giudice deve prendere tutti questi elementi, analizzarli e dare una soluzione.

La prima cosa che farà un giudice americano è andare a cercare casi simili o affini a quello de quo (a quello appena riportato); al contrario, un giudice italiano, per prima cosa, andrà a consultare il codice civile o eventuali altri codici in base al caso riportato.

Il giudice americano avrà gli emendamenti della Costituzione e un caso antecedente, il giudice italiano avrà molteplici codici scritti e molteplici possibilità interpretative per poter andare a colmare le eventuali lacune giuridiche.


Il giudice americano, qualora trovasse delle differenze tra il caso antecedente e il caso attuale, dovrebbe apportare delle modifiche nella risoluzione del caso creando così del diritto e ponendo le basi per un nuovo precedente che verrà utilizzato in futuro da altri giudici per casi affini.


Il problema del precedente e la sua conseguente risonanza mediatica, ha valore in ambito del lavoro della Corte Suprema Federale. La Supreme Court è il massimo organo del potere giudiziario statunitense ed ha valore federale, ovvero ha valore per ogni Stato. Una decisione di questa Corte comporterà che ogni singolo Stato, nonostante la propria indipendente legislazione, dovrà attenersi a quanto deciso da quest’ultima modificando, di conseguenza, il proprio diritto interno qualora questo fosse in contrasto con l'andamento della Corte.


Il giudice, dunque, alla realtà dei fatti, negli Stati Uniti, legifera a tutti gli effetti.


Sappiamo, dall’esperienza ottocentesca e rivoluzionaria, che il potere legislativo è un potere delicatissimo. È la legge la bocca del popolo, è con la legge, la quale necessita del consenso sociale, che si decide l’andamento dello Stato. Il popolo è sovrano tramite quest’ultima; ed ecco perché ad esempio, in Italia, si dice che il Parlamento rappresenta la volontà del popolo.


Detto ciò, è chiaro come l’interesse mediatico negli USA sia molto elevato sulle decisioni della Supreme Court.


Per riportare alcuni esempi, di cui alcuni di recente rilevanza, è necessario citare: il caso Roe vs Wade sull’aborto; il caso Watergate; le decisioni in tema di segregazione razziale (1954), di libertà religiosa con riferimento alla preghiera nelle scuole pubbliche (1962); il caso libertà di stampa (1964) e sulla privacy in materia di aborto.


Come si denota, gli ambiti di intervento della Corte sono di forte interesse pubblico e, di conseguenza, mediatico.


A questo punto la domanda sorge spontanea: quanto è realmente libero il giudice nella propria decisione? Quanto, il peso mediatico, limita la libertà di scelta del giudice che dovrebbe essere terzo ed imparziale?


Ed ecco perché ogni intervento della Corte statunitense ha un'eco mediatico a livello mondiale, mentre non vale lo stesso per l'equivalente giudice italiano.


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