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Germania, nuova protagonista della cronaca nera minorile

Cronaca nera minorile: la morte di due ragazzine di 10 e 12 anni scuote la Germania.


Nelle ultime settimane la Germania è stata travolta da sconvolgenti casi di omicidi, che vedono protagonisti una serie di minori. I due casi più rilevanti riguardano due ragazzine di 10 e 12 anni. Le circostanze di questi omicidi hanno scosso l’intero paese, e non solo.


Le prime notizie risalgono a metà dello scorso marzo, da Freudenberg, una piccola città ad ovest della Germania. Durante il pomeriggio dell’11 marzo, la giovane Louise, 12 anni, era uscita da sola per far visita ad una compagnia. Il suo corpo esanime è stato ritrovato il giorno dopo, domenica 12 marzo, in un bosco a due chilometri dalla casa dell’amica, nella direzione opposta.


A confessare sono state due coetanee della bambina, 12 e 13 anni. Il movente non è chiaro, il procuratore ha cercato di non far trapelare ulteriori dettagli a causa della giovane età delle due colpevoli. Sembrerebbe, però, che le due siano state mosse da un bisogno di vendetta nei confronti di Luise: la vittima, stando a quanto emerso durante gli interrogatori, aveva avuto atteggiamenti derisori nei confronti di una delle due bambine. Ciò avrebbe portato le due adolescenti a colpire ripetutamente la bimba con un coltello. La confessione è avvenuta circa 48 ore dopo l’omicidio, in seguito ad incongruenze tra le testimonianze delle stesse e di altri abitanti della zona.


Ma cosa accadrà alle due ragazzine?


"Il caso è molto delicato", afferma il procuratore: l’età delle due artefici dell’omicidio e della vittima ha costretto le autorità a trattare i dati e le informazioni rinvenute con estrema delicatezza. Secondo la legislazione tedesca, infatti, l’età minima per l’imputabilità è di 14 anni. La magistratura non ha quindi potuto procedere con le consuete sanzioni, come la denuncia. "Stiamo mettendo il caso nelle mani delle autorità per i minori" rassicura il procuratore, affermando anche che le due ragazzine sono state spostate in una struttura protetta dell’Ufficio per i Minori e sono attualmente supportate da psichiatri ed esperti.

 

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Il secondo campanello d’allarme arriva da Wunsiedel, Baviera, dal centro di assistenza per giovani St. Josef. Una bambina di appena 10 anni è stata trovata morta all’interno dell’orfanotrofio cattolico, la mattina dello scorso 5 aprile.


La notizia è stata diffusa dal famoso giornale tedesco Bild con un ritardo di circa 24 ore, in modo da garantire l’incolumità dei ragazzi coinvolti e dei dipendenti della struttura e, soprattutto, per non ostacolare le indagini.


Il corpo è stato ritrovato senza vita alle 8:45 di martedì mattina, nella sua cameretta, all’interno dell’istituto. Il team speciale di indagine, creato ad hoc per il caso, è stato costretto a prendere in ipotesi anche il reato di violenza sessuale, in quanto il cadavere è stato rinvenuto seminudo.


Siamo scioccati e profondamente colpiti. Questa è stata un'esperienza scioccante per tutti i cittadini. Non possiamo crederci” ha affermato il sindaco di Wunsiedel, Manfred Söllner.


La notizia ancora più drammatica, però, è che la lista di sospettati vedeva, inizialmente, come protagonisti tre ragazzini dell’orfanotrofio: uno di 16 anni e due di 11. Il risultato di successivi esami forensi “punta al coinvolgimento di un undicenne dello stesso istituto”, annunciano la polizia e la procura.


Come per quanto accaduto nel caso della piccola Luise, l’imputato non potrà essere incriminato, in quanto troppo giovane per essere ritenuto penalmente perseguibile. L’undicenne è stato comunque affidato ad una struttura specializzata come misura preventiva e verrà seguito da esperti nel settore per la riabilitazione psicologica.


Le cause della morte non sono ancora state chiarite con certezza, l’equipe medica effettuerà in questi giorni l’autopsia sul corpo per permettere alle autorità di procedere con il caso.


I social media sono invasi da messaggi di sostegno alle famiglie delle vittime. L’opinione pubblica, però, davanti a questi terribili casi, è varia: molti incriminano il sistema sociale tedesco, attribuendo una parte della responsabilità di tali avvenimenti ai social stessi, altri richiedono che l’età per l’imputabilità venga abbassata, altri ancora, invece, ritengono che un serio supporto psicologico sia il percorso migliore per aiutare questi bambini.


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