Disney fa causa a Ron DeSantis, Governatore della Florida
Un candidato alla Presidenza degli Stati Uniti contro una delle più grandi multinazionali al mondo: la causa Disney contro DeSantis potrebbe avere impatti devastanti.

La vicenda ha inizio quando Disney, un anno fa, dichiarò la propria contrarietà al controverso disegno di legge “don’t say gay”, che limitava l’insegnamento di materie legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere in Florida. Da quel momento, DeSantis avrebbe provocato diverse volte la multinazionale dell'animazione, con proposte poco amichevoli come l’idea di far costruire una “prigione di stato” vicino a Disney World o quella di istituire nuove tasse per gli hotel e i pedaggi stradali.
Su quest’ultimo punto una precisazione: Disney World Orlando ha un’estensione di 110 km quadrati (per fare un paragone, il comune di Firenze è di 102) e fin dalla sua costruzione gode di una grande autonomia in molti ambiti, dalla gestione dei rifiuti a quella dei generi alimentari, fino ad avere un regime finanziario esclusivo. Proprio su questo il Governatore della Florida ha provato invano ad agire, poiché avrebbe significato un aumento incredibile di tasse per i cittadini delle sole due contee dove vi sono i parchi (solo i debiti ammonterebbero a 1 miliardo di dollari).
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DeSantis ha quindi deciso di prendere il controllo del consiglio di sorveglianza del distretto fiscale, nominandone uno nuovo. Sembrerebbe finita qui, vittoria per i repubblicani, no? Non proprio: con una mossa sorprendente, l’azienda di Topolino ha all’ultimo momento ridotto all’osso i poteri dei membri del consiglio, impedendo addirittura l’uso dello stesso nome “Disney” e dei suoi brand più importanti (Topolino, Marvel ecc..).
Il nuovo consiglio, su tutte le furie, ha annullato le decisioni prese precedentemente, dichiarandole illegali. Da qui, Disney ha deciso di fare causa a DeSantis, accusando il suo governo di aver organizzato una campagna di “vendetta” solo per l’allineamento politico dell’impresa.
È inutile dire che questa battaglia non riguarda soltanto i due attori in campo ma un po’ tutta l’America, non solo perché Disney è tra i più imponenti datori di lavoro negli USA, ma anche perché DeSantis è occupato nella corsa alle primarie repubblicane per le elezioni presidenziali 2024.
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